martedì 4 aprile 2006

Da SBT il racconto del ritiro giovanissimi

Riceviamo e pubblichiamo volentieri il racconto dell'incontro quaresimale per i giovanissimi dell'AC della diocesi di Sanbenedetto. Approfittiamo per invitare tutti a raccontarci momenti di vita associativa o a intervenire nei commenti. Buona lettura!



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I giovanissimi della diocesi si incontrano per una serata di riflessione dal sapore quaresimale


O.C.G… oddio che giovani!


O.C.G….Qddio Che Giovani! Espressione in voga tra i “nostalgici” dei tempi andati, quelli che poi aggiungono: “ah…ai miei tempi…”, e invece per una sera sono i giovani e i giovanissimi di AC a pronunciarla. Lo fanno in occasione di un “pomeriggio – serata” trascorsa insieme giovedì 30 Marzo a Colonnella (TE).
Ma a chi viene indirizzata questa “equivoca” esclamazione? I destinatari sono i protagonisti del telefilm “The O.C.” serie che da qualche stagione spopola tra i gusti-disgusti televisivi dei nostri ragazzi e dalla quale abbiamo preso spunto per lanciare il nostro messaggio quaresimale.
O.C. sta per Orange County, quartiere nel quale è ambientato il telefilm. Qui, a differenza delle nostre tranquille città di provincia, i giovani vivono in ville lussuose con piscina e garage popolati da auto fuoriserie all’ultimo grido. Frequentano feste da sballo con cadenza settimanale, hanno guardaroba da urlo, i ragazzi e le ragazze sono baciati dalla dea bellezza (oltre che dal dio denaro), le giornate trascorrono tra sfilate di moda, happening di beneficenza a Las Vegas, balli di presentazione in società e week-end in Messico, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico in un esclusivo liceo iper-organizzato.
Che dire: una vita da invidiare, ma che se analizzata con attenzione (cosa che normalmente non facciamo quando guardiamo la TV) nasconde goffamente tra lusso e vita sregolata l’unico elemento che forse ci accomuna a queste “miss e mister fortuna”… la croce!
Una vita in cui il proprio corpo viene venduto, in cui tutto viene concesso e giustificato, in cui non c’è spazio per l’imperfezione non può che assomigliare ad una realtà che puzza di maschera e che svela tutta la sua tristezza!
Oddio che giovani, belli, ricchi, “fighi”, ma con una vita che assomiglia ad una croce dalla quale sfuggono e che non accettano!
Il lavoro è stato allora analizzare insieme i protagonisti di questo telefilm, dal confronto abbiamo saputo riconoscere: in Marissa la croce di una storia sbandata che sembra “giustificare tutto”,  in Julie la croce dell’avere, in Seth la croce di chi sei sente “fuori”, colui che nega se stesso per essere qualcun altro, in Ryan la croce del chicco di grano che muore…e dal peccato si apre alla redenzione.
La vita di questi giovani ha un senso solo se paragonata ai quattro bracci di una croce che solo Cristo sa ricomporre, che sa unire, e che ci aiuta a portare, perché su quella croce Lui è salito per primo.
Questo è il tema che ha guidato le nostre ore trascorse insieme, tra lavori di gruppo (nei quali abbiamo analizzato la “croce” di ogni singolo personaggio), la cena quaresimale a pane e olio (che nella galleria fotografica del nostro sito diocesano viene minuziosamente raccontata) e un momento celebrativo in cui abbiamo raccolto il lavoro e le riflessioni prodotte insieme.
L’augurio con cui ci siamo lasciati, e che rivolgiamo anche a tutti voi, è che il tempo di grazia che nella Pasqua ci verrà tra breve donato possa aiutarci a conservare in noi la consapevolezza che “La Croce, che sembra innalzarsi da terra, in realtà pende dal cielo, come abbraccio divino che stringe l’universo” (GP II).


L’equipe diocesana del settore giovani

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