2° giornata: martedì 17 marzo 2009
Titolo: La casa: il luogo dell’insegnamento di Gesù
Brano: Mc 9, 33-41
La frase chiave: “Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti”
Piccola riflessione
Oggi l'evangelista ci conduce dalla strada alla casa. Al mattino si esce dalla casa e si trascorrono tante ore fuori, ascoltando tanti discorsi secondo la logica del mondo. La sera si rientra a casa, dove insieme si richiamano alla memoria le parole ascoltate durante la giornata. Per Marco la casa è il luogo dove Gesù insegna il servizio, dove si vive una logica che è contraria a quella dei discorsi ascoltati nel mondo, dove chi è più piccolo è più difeso ed amato, dove chi è più grande si fa piccolo per servire. La casa è il luogo dove ciascuno può esercitarsi a pensare e a vivere la logica dell'amore che prevale su quella del possesso, dell'immagine, del potere, del successo. Il mattino successivo, uscendo nuovamente da casa per immergersi nella logica del mondo, spesso diversa da quella del dono, ciascuno dovrebbe portare con sé il patrimonio prezioso del servizio assaporato nella sua casa ed essere un testimone privilegiato di una logica di vita civile ed ecclesiale nuova.
Il luogo della casa che incarna l’atteggiamento ascoltato è la cucina, perché in genere è il cuore della casa, il luogo in cui il servizio prende il volto dell'attenzione all'altro nel preparare per lui il cibo che è l'alimento vitale della sua esistenza. In cucina la famiglia trascorre molto tempo condividendo e lavorando, parlando e costruendo: in cucina si aiutano i figli a fare i compiti, si ascoltano le vicende del mondo attraverso la televisione, ci si racconta la giornata, si decidono, magari davanti alla colazione, i passi dell’intera giornata. La cucina è un luogo caldo e frequentato, tant'è che oggi le famiglie scelgono di costruirlo il più spazioso possibile. La cucina è anche il luogo di incrocio e di incontro di tutti i componenti della famiglia. È il luogo dove si presta attenzione all'altro mentre si pensa e si lavora per tutti.
Testimonianza: (Mauro Trapè - Presidente AC Fermo)
Davanti a questi elementi la prima cosa che mi viene in mente è l’esclamazione: “È pronto!!” Questo invito viene ripetuto varie volte… diventa sempre più insistente e accorato. Chi lo pronuncia è mia moglie. La tavola è apparecchiata, tutto è ben preparato e la pasta già fa sentire il suo profumino dentro ai piatti, cotta e ben condita. Ma nessuno si vede, nessuno arriva, tutti sono affaccendati. Io sono davanti al PC per terminare qualche ordine per il lavoro, il figlio più grande davanti al computer che sta finendo una conversazione su msn e quello più piccolo sta giocando alla play station. Come si può sentire mia moglie in questi momenti? Certo un po’ arrabbiata e soprattutto dispiaciuta. Ha preparato tutto e nessuno arriva per il pranzo.
Come non pensare a Dio che ci dona la Quaresima come tempo propizio per la nostra conversione? Quante volte Dio ci cerca, ci desidera, ci chiama, ci viene incontro? Ogni volta abbiamo sempre qualcosa da fare, rimandiamo, rispondiamo “adesso arrivo” e non andiamo mai all’appuntamento che il Signore ci ha preparato. Che cos’è che ci lega, che ci tiene impegnati, chi ci tiene schiavi e non ci fa correre verso la libertà? Questo è un tempo favorevole, propizio. Il “convertitevi e credete al Vangelo” ascoltato il giorno delle Ceneri è un imperativo. Oggi, adesso, siamo chiamati a convertirci.
Buona quaresima a tutti.
Preghiera: Salmo 119 (118)
Esercizi:
1. Scandire il Salmo 119 in più parti e recitarlo in diversi momenti della giornata. Se non si riesce a pregarle tutte (sono 176 versetti) non importa, ci si sofferma sulle parti che si è riusciti a pregare e che magari parlano di più in questo momento alla nostra vita.
2. Alla sera, dopo aver recitato l’ultima parte del Salmo, accendere un lumino e contemplarne in silenzio la luce pensando e invocando la Luce vera che rischiara e riscalda i nostri freddi e i nostri momenti di buio.
3. Durante la giornata porre in essere alcuni gesti di servizio e di attenzione alle persone dentro e fuori casa.
Questa iniziativa per me capita nel momento giusto. Proprio in questi giorni sentivo la necessità di assaporare di più lo stare a casa e avere del materiale che mi aiuti a vivere appieno questo momento è stato fondamentale. Grazie.
RispondiEliminaNella testimonianza si domanda:"Che cosâè che ci lega, che ci tiene impegnati, chi ci tiene schiavi e non ci fa correre verso la libertà ?" Per quanto mi riguarda, vivere il tempo come cronos, mero contatore, piuttosto che come kairòs, pienezza di grazia.Quando invece mi ricordo che anche il tempo è di Dio, tutto assume un'altra dimensione: non è più il metronomo martellante a scandire il tempo, ma il sentire che Lui è sempre accanto a noi.
RispondiEliminaBuona giornata a tutti! :D
Roby
Brevi spunti che nascono dalla Parola:
RispondiElimina1. Mi piace molto che Gesù e i discepoli ripercorrono quanto è successo nella giornata una volta tornati a casa: è un gesto che - come credo a tanti - mi è molto caro, perché mi consente di vivere un po' le cose che fa mio marito, di far vivere a lui quanto è successo a me, di condividere i progressi delle nostre figlie, di scambiarci riflessioni, preoccupazioni, di prendere decisioni... La nostra casa le custodisce e ci "aiuta a ricordarle".
2. Gesù è capace di aprire gli orizzonti ben oltre le nostre chiusure, i nostri recinti: hanno fatto male i discepoli a impedire ad altri di agire in suo nome. Quante volte ci sentiamo depositari della "verità ", sia nelle cose sacre che in quelle profane? Agire "in nome di", in questo caso, vuol dire essere nella stessa logica di Cristo. Che è quella, ancora una volta del servizio... Questa parte, però, tendiamo a scordarla quando pretendiamo di avere l'esclusiva...
3. Ho capito che il salmo, lungo e ripetitivo, in realtà ci educa a cogliere le sfumature di un amore sempre forte ma ogni giorno diverso. "Le apparenti ripetizioni - scriveva Bonhoeffer - sono in realtà aspetti nuovi di una sola e medesima realtà : l'amore per la parola di Dio. Come questo amore non può avere mai fine, così non hanno fine le parole che lo confessano". Potessimo imparare quest'arte della "variatio" anche nelle frasi quotidiane rivolte ai nostri cari e nella lode per le meraviglie con cui Dio ha riempito le nostre giornate!
4. Hai ragione, Mauro: l'arte di temporeggiare è una pigrizia spirituale che mi distoglie spesso dai richiami del Signore. Eppure lui ha preparato tutto per me!
A domani,
Romina