martedì 16 agosto 2005

Comunicato n. 1 - referendum procreazione

Pubblichiamo il comunicato stampa regionale sul referendum.



AZIONE CATTOLICA ITALIANA


Delegazione delle Marche



REFERENDUM: LA SCELTA DI NON VOTARE


Dei referendum sulla procreazione assistita il nostro Paese non aveva bisogno, perché non è bene affidare ad un o a un no referendario decisioni in ordine alla vita umana e alla possibilità di intervenire su di essa. Meglio sarebbe stato avviare, con la sperimentazione della presente legge, un cammino serio di verifica e miglioramento ponderato delle norme introdotte.


Crediamo che l’embrione sia un essere umano, come ciascuno di noi, e che la giusta aspirazione ad avere dei figli non possa prevaricarne il diritto alla vita.


È inoltre una realtà documentata che il progresso della scienza può realizzarsi, nel campo delle staminali adulte, in modi compatibili con il rispetto della vita umana. Che la ricerca sugli embrioni umani possa produrre risultati importanti è al momento più un mito propagandistico che un’evidenza scientifica.


Occorrerà vigilare che i forti interessi che spingono per accantonare ogni limite etico alla ricerca ed appropriarsi dei codici genetici della nostra specie non finiscano per ledere i diritti di libertà e uguaglianza tra gli uomini a fini di profitto.


Pensiamo anche che ogni figlio abbia diritto di poter conoscere i propri genitori e che la fecondazione eterologa, dove applicata, abbia generato danni e dubbi che molti sostenitori autorevoli del condividono.



Offriamo queste riflessioni e convinzioni all’intelligenza e al cuore dei nostri associati e di tutti i nostri concittadini.



Sappiamo bene che la nostra fede non ha bisogno del puntello della legge. I valori che ci ispirano, tuttavia, hanno pieno diritto di cittadinanza nel nostro Paese e possono contribuire a rendere più giusta e libera la nostra convivenza civile.


Per questo, attivamente e consapevolmente



SCEGLIAMO DI NON VOTARE


perché al referendum si può partecipare anche non votando
perché la vita non può essere messa ai voti
perché la tutela dell’embrione è garanzia della libertà e della dignità di tutti
perché la ricerca sia “per” la persona e non “sulla” persona umana




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