venerdì 20 marzo 2009

Esercizi spirituali... a casa: sabato 21

 

6° giornata: sabato 21  marzo 2009


Titolo: La casa: il luogo della Pasqua, del passaggio dal dolore e dalla sofferenza alla Resurrezione e alla speranza


Brano: Mc 5, 21-43


La frase chiave: “Giunsero alla casa del capo della sinagoga e Gesù vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme»”.



Piccola riflessione
Come è accaduto alla famiglia di Giairo, ogni famiglia si trova ad entrare nella prova, nel dolore, nel lutto. Come è accaduto alla famiglia di Giairo, ogni famiglia è chiamata non solo ad entrare nel lutto, nei pianti e nelle urla, ma anche a  fare Pasqua con Gesù nel silenzio dell'ascolto, con la forza della preghiera, con un legame profondo con l'Eucarestia e il giorno del Signore.


In questo caso non è un luogo ma sono degli oggetti della casa a richiamarci all'atteggiamento su cui la Parola ci fa riflettere: le foto delle persone care scomparse. Le foto ci aiutano a non dimenticare il dono della vita che altre persone ci hanno lasciato e che sono per noi un invito a continuare l'opera umana e di fede avviata. La vita in fondo è una lunga staffetta in cui ciascuno passa il proprio testimone ad altri. Le foto ci rammentano anche la fragilità dell'esistenza umana da un lato, e l'importanza di gustare i momenti di normalità e di gioia dall'altra, così come la necessità di rendersi saldi nella fede per affrontare i momenti più duri.


Testimonianza: (Fabrizio Frapiccini- Presidente AC Ancona-Osimo)
Corsi per le scale a due a due, suonai e dissi al mio parroco: “Nonno sta morendo”, ed entrambi, senza far passare dai denti serrati neanche una parola, siamo corsi all’ospedale dove cinque minuti prima mio nonno, dopo un breve coma, si era spento. Intorno il solito via vai, il solito e rituale trambusto della città. Volevo anche io sentire dall’altro, in questo rumore che a stento penetrava nella stanza, la frase “Talità kum”, niente …. solo tristezza e silenzio. Nei nostri cuori e nelle nostre menti solo un unico e incancellabile pensiero; immobili, a pensare a quello che era accaduto nella nostra famiglia. Era la prima volta per me che “uno di casa” se ne andava. Papà, l’indomani, stretto nel suo intimo dolore, corse a preparare il necessario per il funerale e, con una voce sommessa, mi chiese di scegliere la foto, quella più bella per il nostro ricordo e il ricordo di quanti lo avevano conosciuto. Dalla stampante lentamente, millimetro dopo millimetro, usciva il foglio lucido dove l’inchiostro aveva impresso il sorriso e gli occhi azzurri di una persona che non girava più nelle stanze di casa e non domandava più: “oggi come è andata?”,”tutto bene in ufficio?”,”hai visto cosa dicono in tv?”… Ora solo silenzio e preghiera. Oggi quell’immagine stampata sette anni fa è rimasta nel computer, nella cartella principale; è la stessa foto scelta per il cimitero. Rimarrà sempre così, immodificabile e “stoppata” nel tempo.
Le foto ci ricordano, ci raccontano, e fissandole ci rivolgiamo a chi è passato nella nostra casa. Sono le foto di persone che fanno un pezzo di strada con noi e ci accompagnano nel nostro cammino di vita, ci fanno e ci vedono crescere. A noi forse basta rivederle in un’immagine, forse ci basta toccarle attraverso un pezzo di carta per sentirle ancora vicine.


Preghiera: Salmo 30 (29)


Esercizi:
1. Prestare attenzione ai luoghi della casa che ci richiamano dolore e sofferenza (la camera di un genitore anziano o malato, le foto o i ricordi di una persona casa defunta...).
2. Prepararci all’Eucarestia domenicale con un tempo di silenzio e se possibile anche con la confessione.


file del 6° giorno

2 commenti:

  1. Grazie Frappo: condivido la tua testimonianza, che mi ha commosso.
    Roby

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  2. "Solo abbi fede", dice Gesù a Giairo. Solo abbi fede ripete a noi nel momento della prova, quella fede che ci consente di "non temere" e di arrivare al mattino della gioia dopo una notte di pianto. Signore, io ci proverò, ma tu aumenta la mia fede.

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